Milano. La mostra “Rodin e la danza” che il Mudec presenta al pubblico fino al 10 marzo 2024, racconta attraverso un progetto espositivo inedito e originale il fascino e il fortissimo imprinting creativo che la danza ebbe sul genio artistico di Auguste Rodin.
Un circolo virtuoso in cui, da un lato la danza fu musa ispiratrice per l’artista nei primi del Novecento, dall’altro la danza contemporanea trova ancora oggi ispirazione dall’artista attraverso le sue opere ‘danzanti’, uniche e così attuali. Immagine d’apertura: Auguste Rodin, Movimento di danza D con testa della Donna slava, 1911. Terracotta. Parigi © musée Rodin – ph Christian Baraja.
Movimento di danza I (variante) con testa della Donna slava, 1911. Terracotta. Parigi, © musée Rodin – ph Christian Baraja
Avvalendosi della preziosa collaborazione del Museo Rodin e di un allestimento scenografico multimediale, il Mudec espone in serie per la prima volta in Italia quindici statuine di danzatrici dedicate dall’artista francese a “Movimenti di danza“. Quattordici provengono dal museo parigino, mentre la quindicesima statuetta è un prestito della Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma.
Donna accovacciata, 1881-1882, Gesso. Paris © musée Rodin – photo Christian Baraja
Danzatrice cambogiana di profilo rivolta a sinistra, 1906
Grafite e acquerello su carta. Parigi, © musée Rodin – ph Jean de Calan
La mostra diventa inoltre l’occasione per confrontare le statuette con una selezione di diciassette disegni dell’artista e cinque fotografie, provenienti dalla stessa collezione.
È questo il cuore del progetto espositivo, che il Mudec in stretta sinergia con il Museo Rodin presenta al pubblico e che è frutto di un lavoro di attenta ricostruzione filologica del percorso di sperimentazione plastica che Rodin portò avanti per tutta la sua vita e che il museo parigino conduce da anni, insieme al restauro e alla conservazione di queste fragilissime terrecotte.
Il pensatore, 1880 circa. Gesso, Parigi, © musée Rodin – ph Christian Baraja
Insieme a questa raccolta, che rappresenta il primo grande focus nonché la prima sezione del percorso, incentrato tutto sull’artista e lo studio dei movimenti che rappresentano la danza ‘occidentale’ come massima espressione corporea nell’arte plastica e scultorea, il fascino che Rodin nutrì per la danza sarà illustrato anche dal racconto – un vero e proprio storytelling multimediale – dei suoi incontri con i più grandi ballerini dell’epoca, come Isadora Duncan, Loïe Fuller, le danzatrici del balletto reale cambogiano, la danzatrice giapponese Hanako.
L’età del bronzo, 1877. Bronzo. Parigi,
© musée Rodin – ph Christian Baraja
Questo, infatti, profondamente connesso al primo, è il secondo grande tema/sezione della mostra: il rapporto che Rodin ebbe con la cultura extraeuropea del sud-est asiatico, in particolare con la danza cambogiana.
Il mondo della danza si ispirerà reciprocamente al grande lavoro di Rodin. Molte sono infatti le coreografie di danza contemporanea che a lui ancora oggi si ispirano. È questo il terzo tema e sezione del percorso espositivo: un confronto visivo unico tra i balletti moderni e la loro ispirazione scolpita.
Lunedì 14.30 – 19.30
Martedì – mercoledì – venerdì – domenica 9.30 – 19.30
Giovedì – sabato 9.30 – 22.30
La biglietteria chiude un’ora prima (ultimo ingresso)
Giovedì 7 dicembre (S. Ambrogio) 9.30 – 22.30
Venerdì 8 dicembre (Festa dell’Immacolata Concezione), 9.30 – 19.30
Domenica 24 dicembre (Vigilia di Natale), 9.30 – 14.00
Lunedì 25 dicembre (Natale), 14.30 – 19.30
Martedì 26 dicembre (Santo Stefano), 9.30 – 19.30
Domenica 31 dicembre (San Silvestro), 9.30 – 14.00
Lunedì 1 gennaio (Capodanno), 14.30 – 19.30
Sabato 6 gennaio (Epifania), 9.30 – 22.30