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Le foto di Massimo Vitali in un’Oasy, sull’Appennino

Le foto di Massimo Vitali in un’Oasy, sull’Appennino

Negli spazi di un’antica stalla sull’Appenino, gli scatti di Massimo Vitali per la mostra che a Piteglio (Pt) inaugura l’Oasy Contemporary Art

Piteglio (Pistoia). Il 5 agosto 2023, all’interno di Oasi Dynamo, sull’Appennino Pistoiese, apre al pubblico la mostra di Massimo Vitali “La Grande Oasi. The way we live, now” (foto d’apertura: Massimo Vitali, Piscina das Mares Lec a de Palmeira, Left, 2016). La mostra inaugura OCA Oasy Contemporary Art, spazio per l’arte contemporanea davvero singolare. Ci si arriva solo a piedi, percorrendo un sentiero nel bosco, dopo aver parcheggiato la macchina in località Piteglio ed aver camminato per circa 45 minuti. Per festeggiare l’apertura, per l’intera giornata di sabato 5 agosto OCA sarà ad ingresso gratuito. Sino al 5 novembre poi, sarà aperto dal mercoledì alla domenica, dalle 11 alle 17, con ingresso a 12 euro.

Dove l’arte si integra con la natura

Oasi Dynamo. Foto Mattia Marasco

Ad inaugurare il posto, sono stati invitati l’artista David Svensson e il fotografo Massimo Vitali, con due progetti pensati apposta per OCA. Oasi Dynamo, che si estende per circa mille ettari, arrivando sino a 1100 metri di altitudine, era un tempo la riserva di caccia della famiglia Orlando, che sulla montagna pistoiese, nel 1911, aveva fondato lo stabilimento della SMI, la Società Metallurgica Italiana.
Recuperata nel 2006, la riserva è oggi un territorio prevalentemente boschivo, dove vivono specie di piante rare ed una grande varietà di animali selvatici. In parte dedicata alle tradizionali attività dell’agricoltura e dell’allevamento, l’oasi si è aperta negli anni anche all’ospitalità, all’eco turismo, alla divulgazione di una cultura sostenibile dell’ambiente. Ed oggi, con OCA Oasy Contemporary Art, arriva in alta quota anche l’arte, sempre nel rispetto più totale del luogo.

The way we live, now

Massimo Vitali
Massimo Vitali, Croce a Veglia, Lone Tree, 2023

Percorso il sentiero nel bosco, dopo aver camminato all’ombra dei castagni per circa 45 minuti, OCA ti accoglie su un pianoro soleggiato, da cui si gode una vista splendida su tutte le montagne circostanti. Qui, in quella che sino a poco tempo fa era un’immensa stalla per le mucche, è stato allestito lo spazio espositivo, che si inaugura con la mostra di Massimo Vitali, a cura di Giovanna Calvenzi, “La Grande Oasi. The way we live, now”.

Vitali, nato a Como nel 1944, è oggi uno dei fotografi italiani più noti e apprezzati nel panorama internazionale e le sue opere fanno parte di numerose collezioni pubbliche e private. Il progetto realizzato per Oasy Contemporary Art ha come protagonisti gli uomini ed il territorio, in un dialogo nel quale la presenza umana è misura stessa del paesaggio.
Per questo nuovo lavoro, Vitali ha rinunciato alla sua tecnica d’elezione, ossia alle riprese dall’alto di un cavalletto di cinque metri, per rispettare invece un’“equa distanza” che gli permette di testimoniare il dialogo tra l’uomo e la natura. Le riprese dall’alto di quello che a suo tempo aveva definito “il punto di vista del principe”, le ritroviamo invece in mostra, in una selezione di opere realizzate sulle spiagge europee a partire dal 1995. 

Massimo Vitali
Massimo Vitali, Lima dog, 2017
Massimo Vitali
Massimo Vitali, Lucchio, Fontana, 2023
Massimo Vitali
© Massimo Vitali, Piteglio, Pieve, 2023

Home of the world

Oltre lo spazio-museo, in un percorso che segue la curva della collina, sventola contro il cielo “Home of the World”, l’opera dell’artista svedese David Svensson realizzata da centinaia di bandiere. Simbolo per eccellenza delle identità nazionali, le bandiere sono l’espressione grafica, o meglio iconografica, di un sentire popolare, di una storia, di tradizioni e di cultura. Ma quante volte vengono esposte ed esibite contro gli altri? Gli eserciti in guerra marciano sempre dietro a una bandiera e issare una su una porzione di territorio equivale a rivendicarne il possesso esclusivo. Il percorso realizzato da Svensson per OCA, lungo alcune centinaia di metri, è caratterizzato da un grande collage con tutte le bandiere del mondo, che sono state però de-costruite e ricomposte in modo totalmente inedito.

L’effetto è straniante: ogni singola bandiera perde il proprio carattere distintivo e viene in qualche modo contaminata dall’accostamento di forme e di colori con le altre. Uno dei propositi dell’opera è proprio quello di mettere in discussione ogni distinzione in chiave nazionale che le bandiere normalmente portano con sè. La natura non ha confini, le linee che delimitano le nostre mappe sono pure convenzioni, per giunta molto instabili nel tempo.   

Al Centro Visitatori della riserva, nel prato dell’installazione, sarà in funzione il ristorante Casa Luigi che, su prenotazione, offrirà proposte gastronomiche di assoluta qualità. I visitatori potranno usufruirne oppure godere del prato e degli spazi all’aperto.

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