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Otto splendidi esempi di “architetture inabitabili” in Italia

Otto splendidi esempi di “architetture inabitabili” in Italia

Dal Cretto di Burri ai Palmenti di Pietragalla, dalla Torre Branca al Gazometro, 8 “architetture inabitabili” nelle foto dell’Archivio Luce

Roma. Si intitola Architetture Inabitabili, la mostra di Archivio Luce Cinecittà in programma dal 24 gennaio al 5 maggio 2024 presso i Musei Capitolini, Centrale Montemartini di Roma. Foto d’apertura: il campanile sommerso di Curon. Nata dal desiderio di esplorare il fascino e la complessità di alcune architetture inabitabili in Italia, la mostra illustra otto esempi diversi per tipologia, destinazione d’uso ed epoca di costruzione. La mostra promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, è organizzata e realizzata da Archivio Luce Cinecittà. 

Fotografie di grandi autori

Le fotografie e i filmati che le illustrano provengono in buona parte dall’Archivio Luce e da altri importanti archivi. Tra le circa 150 immagini in mostra spiccano le foto di grandi autori italiani come Gianni Berengo Gardin, Guido Guidi, Marzia Migliora, Gianni Leone e molti altri. A livello internazionale, si segnalano le immagini di Mark Power, Sekiya Masaaki, Steve McCurry.
Appositamente realizzate per la mostra sono poi le bellissime immagini di Francesco Jodice e di Silvia Camporesi, dalle quali è stata tratta la copertina di catalogo.

Le Architetture Inabitabili: 1. Il Gazometro di Roma

Presenza iconica nei film degli anni Cinquanta, Sessanta e Settanta e nelle serie tv degli ultimi anni, il Gazometro di Roma emerge come un moderno Colosseo ed è visibile pure dalla Centrale Montemartini, che ospita la mostra e che offre al visitatore un suggestivo confronto tra l’architettura e il mondo circostante.

Il Gazometro in una scena del film Totò – La banda degli onesti, 1956

2. Memoriale Brion, Altivole

Il Memoriale Brion

Il Memoriale Brion di Altivole è un complesso architettonico progettato dall’architetto Carlo Scarpa e concepito come luogo di sepoltura per la famiglia Brion. Immerso nella campagna trevigiana, il Memoriale è un capolavoro dell’architettura del Novecento: un luogo di silenzio, pace e armonia in cui culture e religioni diverse si fondono in un’esperienza memorabile. Dal 2022 è un bene FAI.

3. Il campanile di Curon

Curon
Il campanile sommerso di Curon

Situato nel lago di Resia in Trentino-Alto Adige (Val Venosta), il campanile semisommerso di Curon è un’affascinante struttura romanica completamente trasformata dalla costruzione di una diga che portò alla creazione del lago per scopi idroelettrici sommergendo il paese (che venne distrutto) e lasciando emergere così solo la torre campanaria.

4. Il Cretto di Gibellina

Il Cretto di Gibellina progettato da Alberto Burri

Altra singolare Architettura Inabitabile è il Cretto di Gibellina, installazione commemorativa dell’artista Alberto Burri, un grande sudario di cemento bianco che ingloba le macerie della città di Gibellina, distrutta nel terremoto del Belice del 1968.

Le macerie di Gibelina dopo il terremoto.

5. Il Lingotto di Torino

Il Lingotto di Torino, storico e famosissimo complesso architettonico, progettato da Giacomo Matté Trucco, un tempo ospitava la fabbrica della FIAT, divenendo simbolo della storia industriale della città.  

6. Ex Seccatoi di Città di Castello

Gli Ex Seccatoi di Città di Castello, esemplare recupero di archeologia industriale, nel 1966 ospitarono i libri alluvionati di Firenze, che qui vennero “curati”; perduta definitivamente la loro funzione originaria con l’abbandono della coltura del tabacco negli anni ‘70, dal 1990 ospitano gli ultimi grandi cicli pittorici di Alberto Burri.

7. La Torre Branca, Milano

Vista panoramica dalla sommità della Torre Branca. Foto di Laura Maria da Pixabay

La Torre Branca, originariamente Torre Littoria, progettata da Giò Ponti, concepita come una struttura temporanea per la Triennale del 1933, caratterizzata da una struttura a traliccio in acciaio e dotata di ascensore che permette ai visitatori di raggiungere la cima e godere di una vista panoramica su Milano; è stata restaurata dopo un periodo di relativo abbandono, ed è ritornata a essere visitabile dal 2002.

8. I Palmenti di Pietragalla

Palmenti di Pietragalla.

I Palmenti di Pietragalla, testimonianza dell’ingegno dei vignaiuoli lucani (Alto Bradano), un’architettura rupestre in pietra formata da oltre duecento costruzioni disposte su diverse quote, un tempo utilizzate come laboratori per la produzione del vino, che creano un impatto paesaggistico notevole, evocando atmosfere fiabesche.

Ognuno di questi luoghi, alcuni noti al grande pubblico e altri meno, offre uno sguardo peculiare sulla propria inabitabilità e intrinseca bellezza.

Ermanno
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