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La Deposizione del Rosso Fiorentino torna a Sansepolcro

La Deposizione del Rosso Fiorentino torna a Sansepolcro

Il capolavoro cinquecentesco di Rosso Fiorentino, che aveva lasciato Sansepolcro sette anni fa, torna restaurato nella chiesa di san Lorenzo

Sansepolcro (Firenze). Sansepolcro ha riaccolto la preziosa pala della Deposizione di Cristo, capolavoro cinquecentesco di Rosso Fiorentino trasferito sette anni fa all’Opificio delle Pietre Dure di Firenze per un importante restauro.

Com’è nato il restauro

Rosso Fiorentino, Deposizione di Cristo dalla Croce, San Sepolcro, Chiesa di San Lorenzo. Immagine in luce diffusa del dipinto prima del restauro.

Il progetto per il restauro della tavola di Rosso Fiorentino nasce in occasione della grande mostra “Pontormo e Rosso Fiorentino. Divergenti vie della ‘maniera’” ospitata nel 2014 a Palazzo Strozzi a Firenze. La principale criticità consisteva nei numerosissimi sollevamenti diffusi sull’intera superficie, causati dall’estrema rigidità del supporto ligneo. Al termine della mostra l’opera tornò a Sansepolcro nel 2015 e grazie alla disponibilità dell’Opificio delle Pietre Dure a far eseguire il restauro nei propri laboratori e alla volontà manifestata dall’Ufficio Beni Culturali della Diocesi, furono avviate dalla Soprintendenza di Siena, Grosseto e Arezzo le procedure tra le istituzioni coinvolte. Il 20 gennaio 2016 il delicato dipinto fu movimentato in sicurezza presso il laboratorio di restauro della Fortezza da Basso di Firenze.

Il restauro

Rosso Fiorentino, Deposizione di Cristo dalla Croce, San Sepolcro, Chiesa di San Lorenzo. Immagine riflettografica IR (1600nm) dell’intero dipinto.

Come consueto per l’Opificio l’intervento è stato preceduto da una diagnostica completa ed approfondita che ha permesso di conoscere tecniche esecutive e materiali presenti, tanto originali che di restauro.
Prima di poter effettuare la fermatura del colore è stata necessaria una prima pulitura degli spessi strati di vernice non originale. L’opera presentava molte patinature, ridipinture a coprire una superficie molto compromessa in quanto abrasa da puliture aggressive di antichi restauri; presenti anche molte sgocciolature e ritocchi alterati. Le lacune, dovute per la maggior parte a pratiche devozionali, non compromettevano parti figurative importanti. Su di esse, dopo aver effettuato la stuccatura e il ricollegamento materico della superficie, i restauratori hanno eseguito l’integrazione cromatica mediante selezione. 

Riempirsi gli occhi di bellezza

Il restauro ha svelato commoventi dettagli, come la presenza di una piccola margherita in primo piano, da tempo non più visibili. Il contributo della comunità locale ha reso possibile anche la manutenzione della cornice e delle decorazioni in gesso dell’altare maggiore che racchiude la Pala di Rosso Fiorentino. “Finalmente riapriranno le porte dell’antica chiesa di San Lorenzo – dice mons. Giancarlo Rapaccini, parroco della Concattedrale di Sansepolcro -. I visitatori potranno ammirare il nuovo pavimento in cotto artigianale dell’Impruneta ed estasiarsi dinanzi alla Deposizione di Cristo. Chi viene a Sansepolcro, città di Piero della Francesca, deve riempirsi gli occhi di bellezza. E ripartire con il proposito di ritornare”.
Rifacimento integrale anche per l’illuminazione, che l’Amministrazione comunale ha rifatto ex novo. 

Notizie storiche

Fortezza medicea di Sansepolcro Foto di K.Weise – Wikimedia Commons Opera propria, CC BY-SA 3.0,

La Deposizione di Sansepolcro è tra i capolavori di Giovan Battista di Jacopo, detto il Rosso Fiorentino (Firenze 1494 – Fontainebleau 1540). L’opera fu eseguita a Sansepolcro dove l’artista, fuggito nel 1527 dal Sacco di Roma, aveva trovato rifugio. Il Rosso aveva già rappresentato il tema della Deposizione nella bella tavola di Volterra (1521), ma la critica riconosce nell’esemplare di Sansepolcro una più cupa drammaticità che lo spinge a ricorrere perfino al grottesco, come nella mostruosa figura a lato della scala. Siamo di fronte a un’opera di eccezionale forza espressiva, che rivela una religiosità personale intensa, segnata dalla nascente Controriforma e dalla gravità dei tempi, che vedono la stessa Roma in balìa delle milizie e delle bande dei regnanti; nonché a un esempio tra i più illustri del legame con Roma – e dunque degli esempi figurativi moderni quali le opere ultime di Raffaello e della sua scuola, o la potenza cromatica e le torniture poderose degli affreschi della Sistina realizzati da Michelangelo – dei territori della Valtiberina.

Ermanno
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