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“Anselm Kiefer. Angeli caduti”: l’approfondimento

“Anselm Kiefer. Angeli caduti”: l’approfondimento

L’installazione site specific per il cortile di Palazzo Strozzi e tutte le altre opere esposte nella mostra ”Anselm Kiefer. Angeli caduti“

Firenze. Anselm Kiefer. Angeli caduti (fino al 21 luglio 2024) si pone come una grande mostra concepita appositamente dall’artista in diretto dialogo con gli spazi di Palazzo Strozzi, tra le sale del Piano Nobile e il cortile rinascimentale. Attraverso venticinque opere storiche e di recente produzione, tra cui un lavoro immersivo composto da sessanta tele di dimensioni diverse, l’esposizione permette di esplorare la variegata pratica dell’artista che abbraccia pittura, scultura, installazione e fotografia. Foto d’apertura: Engelssturz (Caduta dell’angelo) 2022-2023 emulsione, olio, acrilico, gommalacca, foglia d’oro, tessuto, sedimento di elettrolisi e carboncino su tela cm 750 × 840 © Anselm Kiefer Ph Georges Poncet

La Caduta dell’Angelo

©photo Ela Bialkowska OKNO studio

Punto di partenza è la nuova opera per il cortile di Palazzo Strozzi  Engelssturz (Caduta dell’angelo, 2022-2023), la cui installazione è stata resa possibile grazie al sostegno della Fondazione Hillary Merkus Recordati, che si pone in dialogo con la severa architettura rinascimentale attraverso una potente materialità e le dimensioni di oltre sette metri di altezza.
Questo grande dipinto ha per soggetto il celebre brano dell’Apocalisse che descrive il combattimento tra l’arcangelo Michele e gli angeli ribelli, metafora della lotta tra Bene e Male. Esaltata dal contesto dello spazio aperto verso il cielo della corte di Palazzo Strozzi, l’opera diviene un invito a riconsiderare il nostro rapporto tra spirito e materia, divenendo metafora della ricerca di significato di tutta l’umanità.

Angeli caduti

©photo Ela Bialkowska OKNO studio

Nel percorso al Piano Nobile il tema degli “angeli caduti” si ritrova nella prima sala con il monumentale dipinto Luzifer (Lucifero, 2012-2023). Kiefer rappresenta l’angelo ribelle che precipita nell’abisso, reinterpretato attraverso materiali che si riferiscono alla storia contemporanea e recente. Un’acuminata e minacciosa ala di aereo in piombo sporge da una massa di materia, creando un diretto riferimento al tema della guerra, ricorrente nell’opera di Kiefer.
Se l’ala di aereo potrebbe simboleggiare la distruzione che la guerra infligge, la massa di materiale sembra evocare il caos e la devastazione che lascia dietro di sé. La figura caduta diviene invece un’immagine della caduta dell’umanità, lanciando un monito toccante sulla guerra e sulla violenza.

Für Antonin Artaud: Helagabale

Für Antonin Artaud: Helagabale, 2023 emulsione, olio, acrilico, gommalacca, foglia d’oro, sedimento di elettrolisi, gesso, terracotta e fili di acciaio su tela cm 380 × 570 © Anselm Kiefer Ph Georges Poncet

Nella sala successiva con Für Antonin Artaud: Helagabale (Per Antonin Artaud: Eliogabalo, 2023), Kiefer fa riferimento a Eliogabalo, o l’anarchico incoronato, 1934, libro dell’artista francese Antonin Artaud sull’imperatore romano Marco Aurelio Antonino, detto Eliogabalo, figura a cui Kiefer aveva dedicato lavori già negli anni Settanta.
Giovane imperatore del III secolo d.C., Eliogabalo cercò di imporre il culto di Baal, il dio del sole, come religione di Stato, ma fu assassinato per sopprimere la sua rivoluzione, diventando così emblema della fragilità del potere.

SOL INVICTUS Heliogabal

©photo Ela Bialkowska OKNO studio

SOL INVICTUS Heliogabal (Sole invitto Eliogabalo, 2023) è il titolo della seconda grande tela della sala caratterizzata da un luminoso fondo oro e da giganteschi girasoli, in cui Kiefer fa anche riferimento alle feste pagane che celebravano la vittoria della luce sulle tenebre.
In questi dipinti emergono simboli costantemente presenti nel vocabolario visivo kieferiano: girasoli e serpenti. Il serpente assume nel lavoro di Kiefer molteplici significati, divenendo anche allegoria di rigenerazione, grazie alla caratteristica dell’animale di mutare la pelle, alludendo così alla figura dell’artista e alla sua capacità di rinnovarsi. Il girasole, è pianta legata al sole ma anche alla terra: tra l’altro Kiefer ha da sempre dimostrato venerazione per Van Gogh, al quale, già adolescente, ha dedicato opere figurative e un testo.

La pittura è filosofia

Ave Maria, 2022 emulsione, olio, acrilico, gommalacca, foglia d’oro, sedimento di elettrolisi, tessuto, piombo e collage di tela su tela cm 380 × 380 © Anselm Kiefer Ph Georges Poncet

Kiefer stesso afferma che  «la pittura è filosofia », e una sezione dell’esposizione è incentrata su questa disciplina, che da sempre permea il suo lavoro, con tre grandi opere inedite presentate per la prima volta a Palazzo Strozzi. 
La Scuola di Atene (2022) riconduce a Raffaello e all’affresco della Stanza della Segnatura (1509-1511 circa) con il consesso di filosofi ambientato in un edificio classico. Vor Sokrates (Prima di Socrate, 2022) crea una sorta di albero genealogico dei filosofi presocratici, tra cui Archimede, Anassimandro, Anassimene, Parmenide. Nell’opera  Ave Maria (2022) sono rappresentati invece filosofi sia precedenti che antecedenti Socrate, da Eraclito ed Epicuro a Platone e Aristotele. Se i filosofi presocratici si concentravano principalmente sulle spiegazioni naturali e cosmologiche del mondo, spesso ricorrendo a elementi come l’acqua, l’aria e il fuoco, dopo Socrate la filosofia sposta la sua attenzione sull’umanità e sulla conoscenza, in un’indagine sugli aspetti etici, politici ed epistemologici.

Hortus Philosophorum

Hortus philosophorum (Il giardino dei filosofi), 1997-2011 collage di xilografie su carta con emulsione, acrilico, gommalacca, gesso e carboncino montato su tela cm 580 × 280 © Anselm Kiefer Ph Georges Poncet

Il tema della filosofia si ripresenta in mostra anche nella grande xilografia Hortus Philosophorum (Il giardino dei filosofi, 1997-2011). L’opera raffigura un campo di girasoli il cui formato verticale allude all’unione tra terra e cielo; uno dei fiori cresce prendendo nutrimento dall’ombelico di un uomo nudo disteso a terra, che rappresenta l’artista stesso, oltre che rimandare a una delle figure di riferimento di Kiefer: il filosofo, medico, occultista e alchimista inglese Robert Fludd (1574-1637), secondo il quale ogni pianta ha un equivalente stellare nel firmamento.
La posizione del corpo, che sembra senza vita o nella posizione dello shavasana nella pratica yoga, sottolinea il legame tra il mondo terreno e quello celeste alludendo a un percorso iniziatico che consente di superare la paura della finitezza umana.

Vetrine

©photo Ela Bialkowska OKNO studio

Le sale centrali del percorso espositivo accolgono una serie di vetrine, una tipologia di opere che l’artista utilizza dalla fine degli anni Ottanta creando microcosmi in cui Kiefer inserisce materiali e oggetti collegati a scritte di suo pugno. Le vetrine creano un ambiente protetto e controllato in cui i materiali contenuti possono esistere nel loro spazio.
Allo stesso tempo, rafforzano i temi dell’alienazione e dell’isolamento presenti nell’opera di Kiefer. Lo spettatore è costretto a confrontarsi con l’opera da una distanza, incoraggiato a riflettere sui diversi mondi e simbolismi che convergono nell’immaginario kieferiano.

En Sof

En Sof (L’Infinito), 2016, vetro, acciaio, legno, piombo, zinco, gesso, sedimento di elettrolisi e carboncino cm 280 × 115 × 76
© Anselm Kiefer Ph Georges Poncet

En Sof (L’Infinito, 2016) è dedicata al pensiero cabbalistico e alla mistica ebraica,  Das Balder-Lied (La canzone di Balder, 2018) si ispira alla letteratura scandinava,  Danae richiama la mitologia classica. Tra i materiali utilizzati spicca il piombo, materiale d’elezione di Kiefer, alla base di infinite sperimentazioni, apprezzato sia per la malleabilità e duttilità, sia per l’associazione a temi alchemici grazie alla sua natura metamorfica.
Il cristallo delle vetrine funge invece da membrana che, come spiega l’artista, «è in qualche modo una pelle semipermeabile che collega l’arte con il mondo esterno in una relazione dialettica».

©photo Ela Bialkowska OKNO studio

In Locus solus (Il luogo solitario, 2019-2023), Kiefer fa riferimento all’omonimo testo del 1914, caposaldo della cultura surrealista, in cui l’autore francese Raymond Roussel descrive opere e congegni irrealizzabili, destinati a rimanere solo immaginati, nel locus dell’impossibile. Come in questa opera, tema fondamentale dell’esposizione è il rapporto di Kiefer con la letteratura e il suo confronto con opere letterarie e voci di ogni tempo.
In dialogo con Locus solus, il dipinto Cynara fa riferimento alla mitologia classica e alla ninfa trasformata in carciofo da Zeus, mentre A phantom city, phaked of philim pholk (Una città fantasma, falsata dalla folla dei film) e Archaic zelotypia and the odium teleologicum (zelotipia arcaica e lo odium teleologicum) sono collegati al romanzo di James Joyce Finnegans Wake. Queste due opere riflettono l’intricato intreccio di riferimenti presenti nel romanzo, trasformando il complesso tessuto di parole in un’arte visiva che cattura l’essenza onirica della narrazione.

Immergersi nell’arte di Kiefer

©photo Ela Bialkowska OKNO studio

La mostra prosegue con l’installazione immersiva Verstrahlte Bilder (Dipinti irradiati, 1983-2023) composta da una suggestiva selezione di sessanta dipinti che riempiono completamente le pareti e il soffitto di una delle più grandi sale di Palazzo Strozzi. Creata appositamente per la mostra e dotata anche di grandi superfici specchianti poste al centro dello spazio, l’installazione invita il visitatore a immergersi nell’arte stratificata e totalizzante di Kiefer.
L’uso dei cosiddetti “dipinti irradiati”, scarificati e scoloriti da radiazioni, aggiunge una dimensione evocativa e malinconica all’installazione, invitando a una riflessione sulla fragilità della vita e sul potere dell’arte.

©photo Ela Bialkowska OKNO studio

Olio su tela, gommalacca e tessuto sono solo alcuni dei materiali utilizzati per creare un’esplorazione inquietante sui temi della distruzione e del decadimento, insiti nella condizione umana stessa. Secondo l’artista, «la distruzione è un mezzo per fare arte. Io metto i miei dipinti all’aperto, li metto in una vasca di elettrolisi. La scorsa settimana ho esposto una serie di dipinti che per anni sono stati sottoposti a una sorta di “radiazione nucleare” all’interno di container. Ora soffrono di malattie da radiazione e sono diventati temporaneamente meravigliosi».

La mitologia

Der Rhein (Il Reno) 1982-2013, collage di xilografie su carta con olio, emulsione, acrilico e gommalacca, montato su tela cm 330 × 330 © Anselm Kiefer Ph Georges Poncet

Altro grande tema della mostra è la mitologia, personale e collettiva, che Kiefer esplora anche reinterpretando suoi lavori precedenti: non come semplici riproduzioni, ma rielaborazioni di materiali, temi e composizioni. In Der Rhein (Il Reno, 1982-2013), Kiefer rimanda alla sua infanzia  e al rapporto con il corso d’acqua che è simbolo dell’intera Germania.
In Dem unbekannten Maler  (Al pittore ignoto, 2013) Kiefer si identifica con la figura del “pittore sconosciuto” cui viene dedicato un memoriale, onorando anche la memoria degli artisti che hanno subito la repressione e la censura o che sono stati dimenticati dalla storia.

Il riferimento alla mitologia classica è evidente invece in opere come Daphne  (Dafne, 2008-2011) e Nemesis (2017). La celebre ninfa insidiata da Apollo e la dea del castigo e della vendetta sono rappresentate come abiti di gusto ottocentesco, in resina e gesso. La loro identità è suggerita e rivelata attraverso gli attributi che sono al posto delle teste, rispettivamente un ramo e un masso.
Nell’opera Ave Maria turris eburnea (Ave Maria, torre d’avorio, 2017) Kiefer si rifà invece all’immaginario cattolico. Qui la “testa” dell’opera è costituita da una pila di torri in bilico che ripropongono, in miniatura, quelle che caratterizzano la prassi artistica di Kiefer come nei famosi Sette Palazzi Celesti di Pirelli HangarBicocca a Milano.

Simboli eroici

Heroische Sinnbilder 2009, stampa fotografica su carta montata su piombo cm 400 × 240 © Anselm Kiefer Ph Georges Poncet

Il percorso si conclude con una sezione speciale dedicata alla serie Heroische Sinnbilder (Simboli eroici), qui presentata attraverso quattro fotografie stampate su piombo. Nel 1969 Kiefer si fece fotografare eseguendo quelle che chiamerà Besetzungen (Occupazioni) in varie località europee, tra cui luoghi ‘occupati’ dall’esercito tedesco durante la Seconda guerra mondiale.
Con indosso l’uniforme da ufficiale della Werhmacht del padre, Kiefer replica il saluto del Sieg Heil con il braccio alzato. Kiefer utilizza così un gesto caratteristico del regime nazista con l’intenzione di affrontare, con evidente volontà provocatoria, la storia recente del popolo tedesco.

Quasimodo

©photo Ela Bialkowska OKNO studio

In questo contesto, per richiamare la precarietà della vita umana e la transitorietà del tempo, ma anche a dimostrazione dell’importanza della poesia, della scrittura e della parola nella pratica artistica kieferiana, la mostra si chiude con i celebri versi del 1930 del poeta Salvatore Quasimodo, tracciati da Kiefer stesso su una parete della sala: «Ognuno sta solo sul cuor della terra / trafitto da un raggio di sole / ed è subito sera».

Anselm Kiefer – Biografia

Anselm Kiefer a Palazzo Strozzi. Ph Ludovica Arcero SayWho

Nato nel 1945 a Donaueschingen, in Germania, Anselm Kiefer è uno degli artisti più importanti e versatili di oggi. La sua pratica artistica abbraccia medium diversi, tra cui pittura, scultura, fotografia, xilografia, libri d’artista, installazioni e architettura. Kiefer ha studiato legge e lingue romanze prima di dedicarsi agli studi d’arte nelle accademie di Friburgo e Karlsruhe. Da giovane è entrato in contatto con Joseph Beuys e ha partecipato alla sua azione Save the Woods nel 1971.
Con le sue prime opere ha affrontato la storia del Terzo Reich e si è confrontato con l’identità post-bellica della Germania come mezzo per rompere il silenzio sul passato recente. Attraverso la parodia del saluto nazista o la decostruzione dei miti germanici, Kiefer ha esplorato la propria identità e la propria cultura.

Materiali e tecniche

Anselm Kiefer a Palazzo Strozzi. Ph Ludovica Arcero SayWho

Dal 1971 fino al trasferimento in Francia nel 1992 Kiefer ha lavorato nell’Odenwald, in Germania. In questo periodo ha iniziato a inserire nel suo lavoro materiali e tecniche divenuti emblematici come piombo, paglia, piante, tessuti e xilografie, insieme a temi come L’anello del Nibelungo di Wagner, la poesia di Paul Celan e Ingeborg Bachmann, oltre a riferimenti biblici e al misticismo ebraico.
L’artista ha ottenuto vasta attenzione internazionale da quando, insieme a Georg Baselitz, ha rappresentato la Germania alla 39. Biennale di Venezia nel 1980.

Contaminazioni culturali

©photo Ela Bialkowska OKNO studio

La metà degli anni ’90 segna un cambiamento nel suo lavoro: lunghi viaggi in India, Asia, America e Nord Africa hanno ispirato un interesse per lo scambio di pensiero tra mondo orientale e occidentale, e strutture che ricordano l’architettura mesopotamica, entrano nel suo operare. Sono evidenti accenni ai paesaggi del sud della Francia, con rappresentazioni di costellazioni o l’inclusione di piante e semi di girasole.
Kiefer, appassionato lettore, arricchisce le sue opere con riferimenti letterari e poetici stratificati. Queste associazioni non sono necessariamente fisse né letterali, ma si sovrappongono in un tessuto interconnesso di significati e l’interesse per i libri, sia come testo che come oggetto, si riverbera nel suo lavoro. Fin dall’inizio della carriera i libri d’artista hanno costituito una parte significativa della sua produzione.

Lo studio in una vecchia fabbrica di mattoni

Anselm Kiefer a Palazzo Strozzi. Ph Ludovica Arcero SayWho

Oltre a realizzare dipinti, sculture, libri e fotografie, Anselm Kiefer è intervenuto in vari luoghi. Dopo aver trasformato una vecchia fabbrica di mattoni a Höpfingen, in Germania, in uno studio, ha creato installazioni e sculture che sono diventate parte del luogo stesso. Alcuni anni dopo il suo trasferimento a Barjac, in Francia, Kiefer ha nuovamente trasformato la proprietà intorno al suo studio scavando per creare una rete di tunnel sotterranei e cripte collegati a installazioni.
Lo studio fa ora parte della Eschaton-Anselm Kiefer Foundation,  ed è aperto al pubblico regolarmente.
L’istituzione della fondazione nel 2022 è coincisa con il ritorno di Kiefer a Venezia dove, in parallelo alla Biennale, ha inserito nel Palazzo Ducale una serie di dipinti ispirati agli scritti del filosofo italiano Andrea Emo. Anselm Kiefer attualmente lavora e vive vicino a Parigi. Le opere di Kiefer sono presenti in importanti musei di tutto il mondo. Opere realizzate su commissione sono inoltre installate in modo permanente al Louvre e al Panthéon di Parigi.

©photo Ela Bialkowska OKNO studio

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