Più di 500 oggetti di comunicazione e di design legati alla storia dell’Olivetti sono in mostra nel Palazzo Arese Borromeo, a Cesano Maderno
Cesano Maderno (Monza Brianza). Sono più di 500 gli oggetti di comunicazione, grafica e pubblicità raccolti all’interno del volume Olivetti. Storie da una collezione che il Comune di Cesano Maderno ha scelto di portare in mostra a Palazzo Arese Borromeo (dal 13 aprile al 2 giugno 2024) in occasione della prossima Milano Design Week. Foto d’apertura: Olivetti, Storie Da Una Collezione, cover, Ronzani editore
500 oggetti in mostra
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La mostra offre al pubblico l’occasione di un confronto diretto con alcuni dei materiali accuratamente raccolti e descritti nelle oltre 300 pagine del testo: progetti, disegni, brochure, manifesti, libri aziendali, libretti d’istruzione e cataloghi appartenenti a questa importante collezione privata.
Dal libro 25 anni di Olivetti del 1933 – copertina di Bruno Munari – primo esempio italiano di grafica aziendale all’avanguardia, al fascicolo che analizza le questioni urbanistiche legate alla casa operaia. Dalla rarissima brochure Storia della scrittura dove il poeta Leonardo Sinisgalli commenta: «una pagina scritta a macchina è una pagina scritta da una mano mitologica che ha 45 dita», al volume in cui Elio Vittorini parla di ‘umanesimo pubblicitario’ (1939). E ancora: dai ritratti degli operari completi di testimonianze dirette in Olivetti di Ivrea. Visita a una fabbrica (grafica di Albe Steiner) alla Piccola guida di ortografia affidata all’allora presidente dell’Accademia della Crusca.
Il fascino del marchio
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Spiccano le foto scattate da Mulas, Ballo, Zanuso, Roiter per il volume Olivetti 1908 – 1958. Sbuca anche una Lettera allo studente, brochure pubblicitaria che proponeva l’acquisto a rate di una Lettera 22 con, in omaggio, libri o abbonamenti a riviste. Dello stesso anno è il catalogo prodotto con prefazione firmata da Richard Neutra che, a titolo di compenso, non chiese denaro ma, a sorpresa, proprio una Lettera 22.
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Compaiono in mostra anche ll bambino, il gioco, il giocattolo, il catalogo Arte Cinetica. Arte programmata in cui Umberto Eco, nel ’62, teorizzava l’arte cinetica come ‘opera aperta’; fino alla prima delle agende Olivetti con progetto grafico di Enzo Mari e disegni di Jean-Michel Folon. E il libro Uffici. From the traditional office to the open-plan office del 1974 a cura di Ettore Sottsass. Non manca ovviamente la prima edizione originale della Città dell’uomo, testamento spirituale dell’imprenditore di Ivrea.
«Dobbiamo far bene le cose e farlo sapere»: sosteneva Olivetti. Il libro e la mostra hanno il merito di far sapere al pubblico di oggi quante cose la fabbrica Olivetti sia riuscita a fare così bene nell’ambito della comunicazione, della grafica e della pubblicità, temi finora ancora poco indagati dall’analisi olivettiana.
![Più di 500 oggetti di comunicazione e di design legati alla storia dell'Olivetti sono in mostra nel Palazzo Arese Borromeo, a Cesano Maderno](https://www.vagopersvago.it/wp-content/uploads/2024/04/PalazzoAreseBorromeo_CesanoMaderno__2_.jpg)
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