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“Calder. Sculpting Time” al MASI di Lugano

“Calder. Sculpting Time” al MASI di Lugano

Il MASI Lugano dedica a Alexander Calder una vasta mostra monografica che esplora l’impatto dirompente dell’inventore delle sculture cinetiche

Lugano (Canton Ticino, Svizzera). Ha inaugurato domenica 5 maggio al MASI Lugano Calder. Sculpting Time. Attingendo da importanti collezioni pubbliche e private internazionali, tra cui la Calder Foundation di New York dalla quale proviene un ampio corpus di opere, la mostra presenta oltre 30 capolavori dell’artista creati tra il 1931 e il 1960. Foto d’apertura: Veduta dell’allestimento, “Calder. Sculpting Time,” MASI Lugano, Svizzera. Foto Luca Meneghel © 2024 Calder Foundation, New York / Artists Rights Society (ARS), New York 

Artista rivoluzionario

Veduta dell’allestimento, “Calder. Sculpting Time,” MASI Lugano, Svizzera. Foto Luca Meneghel © 2024 Calder Foundation, New York / Artists Rights Society (ARS), New York

Calder. Sculpting Time esplora l’impatto profondo e trasformativo di questo artista rivoluzionario, delineando il suo sviluppo di un linguaggio formale e scultoreo caratterizzato da un’innovazione senza precedenti durante gli anni Trenta e Quaranta del Novecento: introducendo il movimento in una forma d’arte statica come la scultura, Calder ha esteso questo medium oltre il visivo.
La mostra, concepita come spazio aperto, libero da pareti, offre al pubblico l’opportunità di ammirare opere che vanno dalle prime astrazioni o sphériques di Calder fino ad una magnifica selezione di mobiles più recenti, stabiles e standing mobiles di varie dimensioni. In mostra sarà inoltre presentata una selezione di constellations, un termine proposto da Marcel Duchamp e James Johnson Sweeney per le sculture dell’artista realizzate in legno e filo metallico nel 1943. 

“È qualcosa di serio…”

Alexander Calder, Croisière, 1931Filo metallico, legno e pittura Photo Tom Powel Imaging,
coutesy © 2024 Calder Foundation, New York / Artists Rights Society (ARS), New York

Calder si inserisce nell’avanguardia parigina poco dopo essersi trasferito a Parigi nel 1926, quando inizia a creare il rivoluzionario Cirque Calder e amplia la sua invenzione di ritratti in filo metallico, privi di massa. Nel 1930, il lavoro dell’artista si spostò in maniera netta verso l’astratto. La mostra segna questo snodo nella produzione dell’artista con le prime sculture non oggettive di Calder, che egli descrisse come densités, sphériques, arcs e mouvements arrêtés.
Nel catalogo della mostra dell’artista del 1931 alla Galerie Percier di Parigi, Fernand Léger scrisse: “è qualcosa di serio nonostante non dia l’impressione di esserlo”. Tra queste opere spicca lo stabile Croisière, in cui fili sottili delineano un volume curvilineo a cui sono connesse due piccole sfere dipinte in bianco e nero. Le linee di fili metallici di Calder scolpiscono volumi dai vuoti e presentano il movimento di un’azione priva di peso e di massa. 

Sculture cinetiche

Alexander Calder, Triple Gong, c. 1948Ottone, lastra di metallo, filo metallico e pittura. Calder Foundation, New York
Photo courtesy © 2024 Calder Foundation, New York / Artists Rights Society (ARS), New York

Una delle innovazioni più importanti di Calder è stata quella di aver incorporato il movimento nelle sue composizioni, introducendo così la dimensione temporale. I suoi mobiles – termine coniato da Duchamp per descrivere queste opere – sono sculture cinetiche le cui composizioni in continua mutazione sono attivate dalle condizioni dell’ambiente in cui si trovano. La mostra a Lugano presenta uno dei più importanti mobiles, Eucalyptus (1940). La scultura fece il suo debutto nella mostra del 1940 alla Pierre Matisse Gallery di New York e in seguito fu inclusa in quasi tutte le mostre più importanti allestite durante la vita dell’artista. “Muovendosi liberamente e interagendo con l’ambiente circostante, sembra dare forma all’aria; cambia continuamente, giocando con il tempo”, così le curatrici. 

Le opere di Calder reagiscono all’ambiente

Veduta dell’allestimento, “Calder. Sculpting Time,” MASI Lugano, Svizzera. Foto Luca Meneghel © 2024 Calder Foundation, New York / Artists Rights Society (ARS), New York

La mostra include anche altri mobiles come Arc of Petals (1941) e l’imponente Red Lily Pads (1956), esposta nell’ultima sala, di fronte a una grande vetrata che offre una suggestiva vista sul lago e sul panorama circostante. Queste opere rispondono ad ogni minimo cambiamento dell’aria e della luce, vibrando nell’imprevedibilità del tempo e dei suoi diversi momenti.
“Calder ha creato organismi metallici che possiedono le qualità della leggerezza e della varietà in forme biomorfiche sottili, che sono allo stesso tempo resistenti e fragili, dinamici ed estetici, solidi e ipersensibili”, spiegano le curatrici della mostra. In mostra, anche gli stabiles – termine coniato da Jean Arp per le opere statiche dell’artista in risposta a Duchamp – che esplorano invece il movimento implicito. Untitled (circa 1940) e Funghi Neri (1957) rendono evidenti le spettacolari variazioni di scala di queste opere, dalle dimensioni più ridotte a quelle maggiori. 

Legno al posto del metallo

Alexander Calder, Assembled Bits of Wood, 1935 Legno, lastra di metallo, filo metallico e pittura. Calder Foundation, New York; Mary Calder Rower Bequest, 2011 Photo Tom Powel Imaging © courtesy of © 2024 Calder Foundation, New York / ARS New York

A causa della scarsità di lastre di metallo durante la Seconda guerra mondiale, nel 1943 Calder iniziò una nuova serie di sculture astratte realizzate con fili metallici e legno, appese alla parete ad altezze inaspettate. Sweeney e Duchamp, che curarono la sua retrospettiva del 1943 al Museum of Modern Art di New York, proposero il termine “constellation” per queste sculture. 
“L’eredità di Calder perdura non solo nella presenza fisica delle sue opere, ma anche nel profondo impatto del suo lavoro, che ha cambiato il modo in cui percepiamo e interagiamo con la scultura. Il suo contributo alla storia dell’arte si estende ben oltre l’uso innovativo di materiali e l’impiego di nuove tecniche, catturando la sottile essenza di momenti fugaci. Confrontarsi con questa dimensione temporale è l’obiettivo di questa mostra”, concludono le curatrici. 

Alexander Calder – Note biografiche

Le Halebardier (1971), Sprengel Museum, Hannover, Germania. Foto Jim Champion CC BY-SA 2.0

Alexander Calder (1898, Lawnton, Pennsylvania – 1976, New York City), la cui illustre carriera ha attraversato gran parte del ventesimo secolo, è lo scultore più acclamato e influente del nostro tempo. Nato in una famiglia di celebri artisti di formazione classica, ha utilizzato il suo genio innovativo per cambiare profondamente il corso dell’arte moderna. Negli anni Venti ha iniziato a sviluppare un nuovo modo di scolpire: piegando e torcendo il filo metallico, ha essenzialmente “disegnato” figure tridimensionali nello spazio.
È famoso per l’invenzione del mobile, i cui elementi sospesi e astratti si muovono e si bilanciano in un’armonia mutevole. A partire dagli anni cinquanta, si è dedicato sempre più alla realizzazione di sculture all’aperto su larga scala in lastre d’acciaio imbullonate. Oggi questi imponenti giganti portano la bellezza nelle piazze pubbliche delle città di tutto il mondo. 

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